IL MIO BLOG
COMPLOTTO DI POTERE E COLONIALISMO MODERNO
Noi non siamo un Paese libero. L'Italia, dal dopoguerra in poi, è diventata una colonia anglosassone. Non con le armi, ma con strumenti più subdoli: il debito, le banche centrali, i dazi e la narrazione storica dei vincitori, la geopolitica.
Con il controllo delle banche centrali - istituzioni "indipendenti" solo sulla carta - hanno costruito un sistema in cui l'usura del signoraggio e l'emissione del debito pubblico sono diventati catene invisibili. Ci fanno credere che "lo spread" o "i mercati" siano leggi della natura, ma dietro c'è un potere finanziario che decide chi deve prosperare e chi deve inginocchiarsi. Oggi assistiamo all'ennesima dimostrazione di questo schema nel conflitto a Gaza.DIVIDE ET IMPERA
E' naturale avere dubbi, timori, antipatie verso chi non la pensa come noi, verso chi in passato ci ha traditi, feriti, offesi. Sono sentimenti legittimi. Ma di fronte a un nemico davvero potente, se davvero vogliamo cambiare le cose, se vogliamo che la nostra voce abbia forza, non possiamo restare isolati. È in momenti come questi che possiamo imparare cosa significa PENSARE STRATEGICAMENTE.
Un proverbio antico ci ricorda: "Il nemico del mio nemico è mio amico". Questa massima ha radici molto antiche, compare in testi come l'"Arthashastra" (un trattato indiano di strategia e politica risalente al IV secolo a.C.) e in latino si diffuse nella forma "Amicus meus, inimicus inimici mei" (amico mio, il nemico del mio nemico), diventando parte del linguaggio diplomatico e politico europeo nei secoli successivi.
LETTERA A ME STESSA
LA RABBIA
Il doppio gioco di Netanyahu
La guerra tra poveri favorisce il Male
Negli ultimi giorni, questa lezione ha trovato una realtà concreta: quasi 500 uomini e donne provenienti da vari paesi si sono messi in mare in una Flotilla, con navi a vela e barche civili, per portare un messaggio di pace e solidarietà verso un popolo che da decenni soffre sotto le bombe. Hanno rischiato: il mare, le minacce, l'impiego di bombe stordenti e incendiarie, l'abbordaggio in acque internazionali, il sequestro temporaneo degli equipaggi, i maltrattamenti. Tutto questo mentre l'esercito israeliano viola costantemente le norme del diritto internazionale e umanitario - come quelle previste dai Trattati di Ginevra - che stabiliscono che anche nelle zone di guerra deve essere garantito un corridoio umanitario.
In Italia (e non solo), dopo decenni di sofferenze atroci subite dal popolo Palestinese, la società civile si è attivata, la risposta dopo l'ennesima prevaricazione dell'esercito israeliano è stata immediata: piazze piene, proteste, manifestazioni, lo sdegno è trasversale.
Fra tutti si è mobilitata anche la CGIL chiedendo uno sciopero generale per manifestare solidarietà. Ma alle manifestazioni hanno partecipato anche coloro che non si riconoscono nelle ideologie della "sinistra progressista", degli ambienti woke, o arcobaleno, le PERSONE hanno sentito che questa causa è una causa UMANA, non di destra o sinistra. Molte persone sono passate sopra la strumentalizzazione politica. Non tutte.
Ed è proprio qui che entra in gioco l'elemento del "divide et impera" che chi detiene il potere ed ha interesse a mantenerlo utilizza. Così si cerca di frammentare il dissenso, far scadere la solidarietà in litigio, far diventare le differenze - religiose, ideologiche politiche e culturali - motivo di separazione anziché occasione di alleanza. Ma la posta in gioco è troppo alta per cadere ancora in questo tranello.
Solo quando un popolo non cede alla paura, alla diffidenza, al pregiudizio, ma sceglie di restare unito, diventa forza concreta.
Come diceva Che Guevara: "El pueblo unido jamás será vencido". Il popolo unito non può essere sconfitto. Questo non vuol dire che ogni alleanza sia perfetta, che non ci siano tensioni o opinioni divergenti, talvolta opposte. Ma proprio queste differenze, se affrontate con rispetto, diventano ricchezza - diventano parte del tessuto che tiene insieme una comunità forte, un Paese, in nome di un valore più alto, di una causa di pace e giustizia.
Perciò: davanti a problemi così importanti - a guerre, ingiustizie, violazioni dei diritti umani - non possiamo permetterci di restare divisi. Serve coraggio non solo di stare accanto agli altri, ma di cercare alleati, di costruire ponti, di superare vecchi rancori, antipatie e pregiudizi. Serve che la società civile, tutti noi, impariamo a guardare oltre le etichette. Perché il nemico oggi è la negazione dell'umanità, non il vicino che la pensa diversamente su alcune cose.
"Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono." [Matteo 5:23-24] E' Gesù che ci invita a riconciliarci con chi ha qualcosa contro di noi, l'invito è: non lasciarsi vincere dal male, ma vincerlo con il bene.
L'Unione fa la forza. Non con la violenza, ma con la pace nel cuore e per Amore si sconfigge il Vero Male.
Come dentro così fuori. A buoni intenditori.
Attivista per la Libertà
14/10/2025
Israele paga fino a 7.000$ per post a influencer per plasmare l'opinione pubblica
Ci sono molti elementi che fanno riflettere:
1. Propaganda di Stato mascherata da contenuto libero
]2. Trasparenza mancante
Le fatture indicano che il denaro passa per intermediari, agenzie internazionali, contractor esteri (Bridge Partners, Havas Media Group Germany). Ciò rende difficile per chi osserva capire chi paga davvero cosa, quanto, e con quali linee guida.
3. Manipolazione dell'opinione pubblica internazionale
]4. Etica e democrazia in gioco
In democrazia, il consenso dovrebbe sorgere da idee, da fatti, da dibattito, non da messaggi pagati sotto traccia. Chi si presta a questi schemi – se non è chiaro che dietro c'è uno Stato – contribuisce a un'incertezza morale e ad un'informazione corrotta.
Conclusione:
Mi sembra che quello che stiamo vedendo non sia solo "propaganda normale", ma una strategia sistematica per controllare il discorso pubblico internazionale e influenzare opinione, politici, media. Se il pubblico non è consapevole, non può decidere in libertà. Netanyahu si sta cucendo un vestito nuovo addosso attraverso la narrazione dei fatti che Lui vuole che tutti leggano.
Credo che sia importante non accettare passivamente questo status quo. Chiedere trasparenza, chiedere che i post sponsorizzati lo siano in modo visibile, che ci siano norme che regolino la propaganda internazionale, che ci sia dibattito libero e non manipolato.
Attivista per la Libertà
02/10/2025
Ho smesso di spiegarmi
La rabbia
Viviamo tutti di fretta. Ci muoviamo con tale rapidità da non accorgerci di chi o cosa stiamo travolgendo mentre procediamo. Non ci fermiamo mai, divoriamo esperienze e relazioni senza essere presenti a noi stessi, senza davvero viverle, spesso lasciandoci alle spalle solo vuoti e superficialità.
Ma qual è la radice di tutto questo? Semplice: non ci conosciamo. Non ci fermiamo a riflettere su chi siamo, su cosa desideriamo davvero e, soprattutto, non abbiamo abbastanza amore per noi stessi. Senza questa cura fondamentale, diventiamo insensibili, incapaci di riconoscere il valore delle cose e delle persone.
E se, invece, decidessimo di fermarci?
Immagina di sederti e contemplare un tramonto, lasciandoti avvolgere dalla sua bellezza senza fretta o di restare sotto la pioggia, osservando il cielo e ascoltando il suono delle gocce che cadono, senza cercare riparo, o di provare a gustare una bevanda, un piatto o un dolce lentamente, chiudendo gli occhi per coglierne ogni sfumatura. Oppure pensa al potere di un abbraccio vero: stringere una persona cara con tutto il cuore, o farti stringere da qualcuno che sappia davvero trasmettere calore e conforto. Piccoli gesti, semplici ma profondi, che ci riconnettono con il presente e con noi stessi.
Se potessi augurare qualcosa alle persone che amo – e anche a quelle che non conoscono – sarebbe questo: dedica il tuo tempo a ciò che ti fa sentire bene, non sprecarlo inseguendo obiettivi irraggiungibili o cercando di riempire vuoti, fermati, osserva, assapora e lasciati emozionare da ciò che stai facendo e vivendo. La vita è straordinaria, ma lo diventa solo se scegli di viverla in modo autentico. È una decisione che spetta a ciascuno di noi.
Il mio augurio è che ognuno impari ad ascoltarsi, a prendersi cura di sé e a scegliere il tempo come il dono più importante. Perché il vero cambiamento nasce quando trasformiamo la frenesia in calma, l'insoddisfazione in gratitudine e la distanza in connessione.